venerdì 17 febbraio 2012

Racconto fantasy IL FUOCO di VALDO REINI

Continuiamo con il racconto "Il fuoco"

 Tremilacinquecento  anni  fa  una popolazione chiamata Artical   del  nord  della  Siberia  trovò  il  fuoco eterno, un’ energia  che  permette  di riscaldare  il  terreno  circostante.  Il  Signore  dei  ghiacci,  però ,  non voleva  che  il  territorio  fosse  caldo,  quindi  invase la  città  con  i  sui  orchi  dei  ghiacci.  La  città  degli Artical  tentò  di  difendersi  con  lo  scettro  dei  ratti,  un  bastone  magico  con  un  topo  scolpito  ad  un’estremità  in  grado  di  evocare  topi  soldato  e  ratti  golem  che  combatterono  per  difendere  il  villaggio,  ma  l’orda  dei  ghiacci  vinse  comunque  perchè  il  Signore  dei  Ghiacci  riuscì  ad evocare  una  tempesta  di  neve. Mentre la  tormenta distruggeva tutto, lo  scettro  venne  colpito  da  un  fulmine  verde  che  lo  fece  cadere  a  terra  facendo  sbucare  cinque  ratti  golen  che  trovandosi  senza  una  guida  distrussero  la  città  insieme  ai  “pelleverde”. La  città  venne  distrutta  e  saccheggiata  dagli  orchi  e  il  Signore  disattivò  il Fuoco  eterno. Mentre  se  ne  andava  il  Signore  chiuse  la  mano  e  tutta  la  città  si  ghiacciò  insieme  alle  poche  persone  sopravvissute  e  quando   la  riaprì  tutto  ciò  che  non  era  stato  distrutto  venne  travolto  da  un’esplosione  di  ghiaccio. Tremilacinquecento  anni dopo  nello  stesso  luogo  una  ditta  installò  una  grande  centrale  nucleare,  che  causò  lo  scioglimento  dei  ghiacci  in  una  vasta  zona.  I  possessori  della  centrale  videro  che  a  poche  centinaia  di  metri  c’erano  dei  resti  di  un’ antica  civiltà, all’ora  ingaggiarono  degli  archeologi,  tra cui  Vittorio  Veltri , che  si  porta  dietro  suo  figlio  Giorgio  Veltri. Giorgio  è  un  bambino   di  tredici anni, alto, castano, occhi   neri, perspicace, egoista, sempre  pronto  a  sfuggire  alle  richieste  del  padre. Un  giorno  il  padre  trovò  lo  scettro  e  lo  mostrò  a  suo  figlio  dicendogli:“Guarda  qua, tutto  distrutto  tutto  tranne  questo,  però  non  ha  valore!Visto  che  anche  i  miei  colleghi  non  riescono  a  capire  cosa  sia  vuoi  provarci  tu?”  Il  bambino  accettò,  poco  dopo  gli  archeologi  trovarono  delle  immagini  incise  di  topi  strani  con  sotto  delle  scritte  indecifrabili, il  ragazzo  prese  matita  e  carta  e  copiò  le  immagini. Giocando con  il  bastone  e  scuotendolo  pensando  ai  ratti  guerrieri  incisi  sulla  parete  Giorgi  attivò  lo  scettro: dal  terreno  davanti  a  lui spuntarono  venti  ratti  guerrieri. Giorgio  non  poté  credere  ai  suoi  occhi  quei  ratti  lo   fissavano  con  occhi   di  fuoco. Questi  erano  alti  1,40,pelosi,armati  con  scudo  e  lancia,appena il   bambino  indietreggiò  con  lo  scettro,i ratti  scomparvero. Data  la  stranezza  del  fatto,Giorgio  decise  di  non  parlarne  a  suo  padre. Qualche  giorno  dopo, gli  archeologi  tornano  alle  incisioni  e  notano  che  assomigliano  ad  un  mix  di  lettere  di  altre  popolazioni     nordiche. Il  Signore  dei  ghiacci  notando  il  cambiamento  di  temperatura  si  svegliò  dal  suo  stato  d’  ibernamento  e  attaccò  la  centrale. Durante  il  combattimento  Giorgio  vedendo  gli  orchi  si  spaventò  e  per  difendersi  usò  lo  scettro  per  sbaglio  evocò  tre  ratti  guerrieri che  distrussero  quella  marmaglia  d’ orchi. Decifrando  le  iscrizioni  leggono:-“giuriamo  vendetta” Tre  giorni  dopo  il  bambino  guidato  dallo  spirito  del  Dio  Topo  fino  al  castello  del  Signore  dei  Ghiacci. Sempre  guidato  dallo  spirito dei  topi  guarirei  che  sconfissero  le  guardie. Guidato  al  cospetto  del  Signore, Giorgi  riuscì  ad  evocare  il  grande  Ragnarok, un topo alto 2 m, con gambe e  corna  da  cervo, che  brandisce  una  spada  magica, il Ragnarok  era  la  rincarnazione  del  grande Dio  Topo! Il  signore  evocò  una  tempesta  di  ghiaccio  e  lo  congelò, poi, pregustando  la  vittoria, guardò  la  bestia  con  aria  soddisfatta, però  ad  un  certo  punto  il  Ragnarok  riuscì  a  liberarsi  e  alzò  la  spada  indicando  con un  dito  il  punto  in  cui  si  trovava  il  Signore  e  il   pavimento  esplose  sotto  i  piedi  del  Signore  dei  Ghiacci, poi  caricò  il  suo nemico distruggendo  i  muri  di  ghiaccio  con  cui  questo  tentava  di  proteggersi. Al  termine  della  lotta,  per  non  essere  completamente  annientato  il  Signore  dei  ghiacci  fu  costretto  a  fuggire  ancora  più  a  nord dove   potè  finalmente  tornare  nello  stato  di  ibernazione. Passato  il  pericolo  tutte  le  evocazioni  scomparvero,  ma Giorgio  conservò  il  bastone  per ogni  evenienza.                                   

 



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