martedì 28 febbraio 2012
Esercizi on line per la classe prima
Anche per chi non ha adottato il testo, la casa editrice ELMEDI mette a disposizione tutta una serie di esercizi on line di italiano e matematica che si possono svolgere a scuola anche con la LIM.
Nella pagina "Gli amici di Biribò" troverete l'elenco di tutti gli esercizi disponibili. In particolare vi segnalo quello sulla sottrazione che ho proposto ai cuccioli di prima.
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giovedì 23 febbraio 2012
IL MONDO DI OSIR racconto storico ambientato nell'antico Egitto
Cari amici,
l'anno scorso gli alunni delle classi Quarte, ora Quinte, hanno realizzato un racconto storico ambientato nell'antico Egitto. Si tratta di un lavoro articolato, di una stesura a più mani, di un impegno che ha richiesto molto tempo e che ha visto le due classi lavorare insieme, suddivise in quattro gruppi cui competeva la redazione di un capitolo preciso.
Il racconto storico è un tipo di testo che ha come condizione preliminare la ricerca di informazioni e di dati e che richiede, poi, la rielaborazione creativa degli stessi. I nostri ragazzi ce l'hanno messa tutta e alla fine è nato questo libretto che abbiamo stampato in un numero limitato di copie. Solo ora, lo pubblichiamo per nostra soddifazione, ma soprattutto perchè speriamo possa essere utile ai compagni e agli insegnanti che affrontano il mondo degli antichi Egizi, sia per i contenuti, sia come spunto di lavoro.
I quattro ambiti tematici affrontati sono: la vita famigliare, i giochi, la vita militare, la religione.
le maestre Cinzia di Matteo e Armida Muz
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venerdì 17 febbraio 2012
Racconto fantasy IL FUOCO di VALDO REINI
Continuiamo con il racconto "Il fuoco"
Tremilacinquecento anni fa una popolazione chiamata Artical del nord della Siberia trovò il fuoco eterno, un’ energia che permette di riscaldare il terreno circostante. Il Signore dei ghiacci, però , non voleva che il territorio fosse caldo, quindi invase la città con i sui orchi dei ghiacci. La città degli Artical tentò di difendersi con lo scettro dei ratti, un bastone magico con un topo scolpito ad un’estremità in grado di evocare topi soldato e ratti golem che combatterono per difendere il villaggio, ma l’orda dei ghiacci vinse comunque perchè il Signore dei Ghiacci riuscì ad evocare una tempesta di neve. Mentre la tormenta distruggeva tutto, lo scettro venne colpito da un fulmine verde che lo fece cadere a terra facendo sbucare cinque ratti golen che trovandosi senza una guida distrussero la città insieme ai “pelleverde”. La città venne distrutta e saccheggiata dagli orchi e il Signore disattivò il Fuoco eterno. Mentre se ne andava il Signore chiuse la mano e tutta la città si ghiacciò insieme alle poche persone sopravvissute e quando la riaprì tutto ciò che non era stato distrutto venne travolto da un’esplosione di ghiaccio. Tremilacinquecento anni dopo nello stesso luogo una ditta installò una grande centrale nucleare, che causò lo scioglimento dei ghiacci in una vasta zona. I possessori della centrale videro che a poche centinaia di metri c’erano dei resti di un’ antica civiltà, all’ora ingaggiarono degli archeologi, tra cui Vittorio Veltri , che si porta dietro suo figlio Giorgio Veltri. Giorgio è un bambino di tredici anni, alto, castano, occhi neri, perspicace, egoista, sempre pronto a sfuggire alle richieste del padre. Un giorno il padre trovò lo scettro e lo mostrò a suo figlio dicendogli:“Guarda qua, tutto distrutto tutto tranne questo, però non ha valore!Visto che anche i miei colleghi non riescono a capire cosa sia vuoi provarci tu?” Il bambino accettò, poco dopo gli archeologi trovarono delle immagini incise di topi strani con sotto delle scritte indecifrabili, il ragazzo prese matita e carta e copiò le immagini. Giocando con il bastone e scuotendolo pensando ai ratti guerrieri incisi sulla parete Giorgi attivò lo scettro: dal terreno davanti a lui spuntarono venti ratti guerrieri. Giorgio non poté credere ai suoi occhi quei ratti lo fissavano con occhi di fuoco. Questi erano alti 1,40,pelosi,armati con scudo e lancia,appena il bambino indietreggiò con lo scettro,i ratti scomparvero. Data la stranezza del fatto,Giorgio decise di non parlarne a suo padre. Qualche giorno dopo, gli archeologi tornano alle incisioni e notano che assomigliano ad un mix di lettere di altre popolazioni nordiche. Il Signore dei ghiacci notando il cambiamento di temperatura si svegliò dal suo stato d’ ibernamento e attaccò la centrale. Durante il combattimento Giorgio vedendo gli orchi si spaventò e per difendersi usò lo scettro per sbaglio evocò tre ratti guerrieri che distrussero quella marmaglia d’ orchi. Decifrando le iscrizioni leggono:-“giuriamo vendetta” Tre giorni dopo il bambino guidato dallo spirito del Dio Topo fino al castello del Signore dei Ghiacci. Sempre guidato dallo spirito dei topi guarirei che sconfissero le guardie. Guidato al cospetto del Signore, Giorgi riuscì ad evocare il grande Ragnarok, un topo alto 2 m, con gambe e corna da cervo, che brandisce una spada magica, il Ragnarok era la rincarnazione del grande Dio Topo! Il signore evocò una tempesta di ghiaccio e lo congelò, poi, pregustando la vittoria, guardò la bestia con aria soddisfatta, però ad un certo punto il Ragnarok riuscì a liberarsi e alzò la spada indicando con un dito il punto in cui si trovava il Signore e il pavimento esplose sotto i piedi del Signore dei Ghiacci, poi caricò il suo nemico distruggendo i muri di ghiaccio con cui questo tentava di proteggersi. Al termine della lotta, per non essere completamente annientato il Signore dei ghiacci fu costretto a fuggire ancora più a nord dove potè finalmente tornare nello stato di ibernazione. Passato il pericolo tutte le evocazioni scomparvero, ma Giorgio conservò il bastone per ogni evenienza.
Tremilacinquecento anni fa una popolazione chiamata Artical del nord della Siberia trovò il fuoco eterno, un’ energia che permette di riscaldare il terreno circostante. Il Signore dei ghiacci, però , non voleva che il territorio fosse caldo, quindi invase la città con i sui orchi dei ghiacci. La città degli Artical tentò di difendersi con lo scettro dei ratti, un bastone magico con un topo scolpito ad un’estremità in grado di evocare topi soldato e ratti golem che combatterono per difendere il villaggio, ma l’orda dei ghiacci vinse comunque perchè il Signore dei Ghiacci riuscì ad evocare una tempesta di neve. Mentre la tormenta distruggeva tutto, lo scettro venne colpito da un fulmine verde che lo fece cadere a terra facendo sbucare cinque ratti golen che trovandosi senza una guida distrussero la città insieme ai “pelleverde”. La città venne distrutta e saccheggiata dagli orchi e il Signore disattivò il Fuoco eterno. Mentre se ne andava il Signore chiuse la mano e tutta la città si ghiacciò insieme alle poche persone sopravvissute e quando la riaprì tutto ciò che non era stato distrutto venne travolto da un’esplosione di ghiaccio. Tremilacinquecento anni dopo nello stesso luogo una ditta installò una grande centrale nucleare, che causò lo scioglimento dei ghiacci in una vasta zona. I possessori della centrale videro che a poche centinaia di metri c’erano dei resti di un’ antica civiltà, all’ora ingaggiarono degli archeologi, tra cui Vittorio Veltri , che si porta dietro suo figlio Giorgio Veltri. Giorgio è un bambino di tredici anni, alto, castano, occhi neri, perspicace, egoista, sempre pronto a sfuggire alle richieste del padre. Un giorno il padre trovò lo scettro e lo mostrò a suo figlio dicendogli:“Guarda qua, tutto distrutto tutto tranne questo, però non ha valore!Visto che anche i miei colleghi non riescono a capire cosa sia vuoi provarci tu?” Il bambino accettò, poco dopo gli archeologi trovarono delle immagini incise di topi strani con sotto delle scritte indecifrabili, il ragazzo prese matita e carta e copiò le immagini. Giocando con il bastone e scuotendolo pensando ai ratti guerrieri incisi sulla parete Giorgi attivò lo scettro: dal terreno davanti a lui spuntarono venti ratti guerrieri. Giorgio non poté credere ai suoi occhi quei ratti lo fissavano con occhi di fuoco. Questi erano alti 1,40,pelosi,armati con scudo e lancia,appena il bambino indietreggiò con lo scettro,i ratti scomparvero. Data la stranezza del fatto,Giorgio decise di non parlarne a suo padre. Qualche giorno dopo, gli archeologi tornano alle incisioni e notano che assomigliano ad un mix di lettere di altre popolazioni nordiche. Il Signore dei ghiacci notando il cambiamento di temperatura si svegliò dal suo stato d’ ibernamento e attaccò la centrale. Durante il combattimento Giorgio vedendo gli orchi si spaventò e per difendersi usò lo scettro per sbaglio evocò tre ratti guerrieri che distrussero quella marmaglia d’ orchi. Decifrando le iscrizioni leggono:-“giuriamo vendetta” Tre giorni dopo il bambino guidato dallo spirito del Dio Topo fino al castello del Signore dei Ghiacci. Sempre guidato dallo spirito dei topi guarirei che sconfissero le guardie. Guidato al cospetto del Signore, Giorgi riuscì ad evocare il grande Ragnarok, un topo alto 2 m, con gambe e corna da cervo, che brandisce una spada magica, il Ragnarok era la rincarnazione del grande Dio Topo! Il signore evocò una tempesta di ghiaccio e lo congelò, poi, pregustando la vittoria, guardò la bestia con aria soddisfatta, però ad un certo punto il Ragnarok riuscì a liberarsi e alzò la spada indicando con un dito il punto in cui si trovava il Signore e il pavimento esplose sotto i piedi del Signore dei Ghiacci, poi caricò il suo nemico distruggendo i muri di ghiaccio con cui questo tentava di proteggersi. Al termine della lotta, per non essere completamente annientato il Signore dei ghiacci fu costretto a fuggire ancora più a nord dove potè finalmente tornare nello stato di ibernazione. Passato il pericolo tutte le evocazioni scomparvero, ma Giorgio conservò il bastone per ogni evenienza.
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LE CUSTODI DEI QUATTRO ELEMENTI di CAMILLA DEL SANTO
Il successivo racconto fantasy, ci porta nel mondo delle "Custodi dei quattro elementi"...
Tanto tempo fa in un mondo fantastico vissero le guardiane dei quattro elementi. Erano ragazzine semplici ma forti, possedevano un grandissimo potere che neanche riuscivano a immaginare.
Irma era la guardiana dell’acqua, i suoi occhi erano blu come il mare, i suoi capelli castani le cadevano lisci sulle spalle. Lei era una ragazza simpatica, dolce e sincera.
Gaia era la guardiana della terra, aveva i capelli biondi e leggeri come spighe di grano al vento, i suoi occhi brillavano di verde smeraldo. Era una ragazza molto bella e graziosa.
Airis era la guardiana dell’aria, nei suoi occhi ogni cosa si rispecchiava, erano azzurri come il cielo, i suoi capelli erano castano chiaro. Era la più scatenata, giocosa e allegra.
Infine c’era Ines che era la guardiana del fuoco; nel suo ciondolo era custodito il Fuoco Eterno. Il suo potere si rispecchiava nei suoi capelli rossi e ribelli e si perdeva nel nero dei suoi occhi. Lei portava gli occhiali ed era la più intelligente del gruppo.
Erano tutte e quattro orfane e, per non vivere da sole, stavano tutte insieme, in una casa sperduta tra le colline. Lì era molto confortevole, accogliente e tutte stavano bene.
Era una sera d’estate e Ines, mentre le altre si divertivano in casa, stava fuori a fissare il suo riflesso nel lago vicino all’abitazione. Fissava il suo riflesso finchè
non vide un’ombra minacciosa che si avvicinava a lei. La sagoma uscì alla luce della luna, Ines lo riconobbe subito, era il Signore dei Ghiacci. Un uomo grande e muscoloso, la sua barba era ghiacciata, aveva i capelli bianchi e disordinati e indossava un vestito consumato, vecchio e lungo fino alle caviglie.
Ines se lo ricordò perché sua nonna le aveva parlato molto di lui: voleva impossessarsi del Fuoco Eterno e distruggerlo perché esso riscaldava tutto il mondo ma lui voleva che il mondo diventasse il mondo dei ghiacci che lui avrebbe dominato.
Il Signore dei Ghiacci portò Ines, legata, nella sua dimora che era un castello di ghiaccio freddo e maligno, a nord, sulla montagna più alta della catena montuosa che si vedeva anche da casa sua e quella delle sue amiche.
Il giorno Irma, Gaia e Airis, quando si svegliarono, non videro Ines. Preoccupate cominciarono a cercarla per tutta la casa e poi fuori nei dintorni dell’abitazione.
Nei giorni seguenti le ragazze non ebbero notizie di Ines, ormai erano scoraggiate
e pensavano che Ines fosse scappata a causa loro.
Un pomeriggio bussò alla loro porta un ragazzo di nome Jack che raccontò loro tutto ciò che aveva visto dalla sua casa in cima alla collina vicino al lago. Irma, Gaia e Airis erano felici e tristi allo stesso tempo. Per loro fortuna Jack conosceva la via per arrivare alla dimora del Signore dei Ghiacci, allora tutti insieme si misero in viaggio
per salvare Ines, la guardiana del fuoco.
La strada era ripida e difficile da percorrere, le ragazze erano stanche ma dovevano pensare a Ines e a quanto le volevano bene.
Una volta arrivati dovevano fare molta attenzione perché le guardie del Signore dei Ghiacci erano molte e potenti. Airis toccò il suo ciondolo del potere e si trasformò
In una perfetta fata, i suoi capelli si raccolsero in due code ai lati, il suo vestito corto era quasi trasparente e le sue ali brillavano alla luce fioca del sole.
Lei tramortì le guardie e diede il via libera alle altre. I quattro entrarono e si divisero, Gaia e Jack si diressero verso le celle sotterranee per correre in aiuto della persona che lanciava delle urla che provenivano da là sotto. Invece Airis ed Irma si diressero verso la sala centrale, anche Irma e Gaia effettuarono la loro metamorfosi.
Gaia e Jack trovarono Ines. Nel frattempo Airis ed Irma trovarono il Signore dei Ghiacci, seduto sul suo trono circondato da guardie e ghiaccio, l’antagonista custodiva gelosamente il ciondolo del Fuoco Eterno.
Arrivarono anche Gaia, Ines e Jack; le fate, tranne Ines, unirono i loro poteri e riuscirono a tramortire la schiera delle guardie. Le ragazze riuscirono a schivare i colpi del Signore dei Ghiacci poi, a Gaia, venne l’idea di intrappolarlo in una gabbia di radici che poi Irma racchiuse in una bolla d’acqua, che infine Airis trasformò in ghiaccio durissimo che nemmeno il Signore dei Ghiacci sarebbe stato in grado di distruggere.
Il ciondolo con il Fuoco Eterno cadde insieme alle ragazze sfinite. Dopo alcune ore di cammino rividero in lontananza le loro case e felici, gioiose e allegre festeggiarono il ritorno di Ines.
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Racconti fantasy delle classi quinte IL SIGNORE DEI GHIACCI DI LEONARDO PARISI
Le classi quinte continuano il loro viaggio tra i generi testuali; dopo aver provato la suspanse del racconto di avventura e la vertigine del racconto di fantascienza, siamo tornati alla pura fantasia con il racconto fantasy. Il primo che vi proponiamo è "Il signore dei ghiacci".

C’erano una volta due fratelli, Carl e Sandra, erano orfani e vivevano con la nonna molto povera. Carl era un bambino di sei anni con la carnagione chiara, i capelli mori, gli occhi azzurri e aveva il potere di perdonare tutti, quindi veniva chiamato “Carl dal cuore caldo”. Sandra aveva sette anni , anche lei era mora, aveva gli occhi marroni , voleva molto bene a suo fratello e dalla nonna aveva ereditato il potere della forza e la capacità di leggere il pensiero.
Gli amici dei due fratelli erano molto poveri, tanto che quando dovevano giocare a pallone usavano tutti una palla rotta e sgonfia ma si divertivano lo stesso.
Un giorno il Signore dei Ghiacci che viveva nell’Antartide, con il suo schermo, vide Carl che perdonava gli abitanti del suo paese che gli avevano fatto del male e preso dall’invidia volle rapirlo per rubargli il fuoco eterno che lui pensava fosse imprigionato nel cuore di quel bambino. Il Signore dei Ghiacci , un uomo freddo, senza emozioni e scrupoli , credeva che solo un cuore che possedesse il fuoco eterno avrebbe potuto dargli il controllo della terra.
Una notte, in groppa al suo fedele destriero anche lui naturalmente ghiacciato, il Signore dei Ghiacci approfittò di una bufera per rapire nel sonno Carl , portarlo nel suo castello, rubargli il cuore nascondendolo in uno scrigno e trasformare alla fine il bambino in una statua di ghiaccio.
Quando Sandra al mattino si svegliò, scoprì che suo fratello non c’era più e capì subito che si trattava di una cattiveria del Signore dei Ghiacci, perché aveva trovato nel letto di Carl del ghiaccio.
Pensò subito come salvare il fratello e andò da un suo amico “folletto dei boschi” per chiedergli cosa fare. Il folletto le diede un cavallo magico per volare insieme al castello nell’Antartide , lei doveva distruggere i servi di ghiaccio con la sua forza, trovare il Signore dei Ghiacci , guardarlo in faccia e capire qual’era il suo punto debole. Il padrone del castello scoprì Sandra prima che lei riuscisse a guardarlo in viso e la mise in prigione. Il folletto che aveva il potere dell’invisibilità, riuscì a liberare la bambina e raggiunse lo scrigno dove era nascosto il cuore di Carl. Con l’aiuto del cuore Sandra bruciò il Signore dei Ghiacci e riuscì a liberare suo fratello rimettendo tutto a posto.
I bambini rientrarono a casa e tutti gli abitanti del paese festeggiarono il ritorno di Sandra e Carl e la morte del Signore dei Ghiacci.
C’erano una volta due fratelli, Carl e Sandra, erano orfani e vivevano con la nonna molto povera. Carl era un bambino di sei anni con la carnagione chiara, i capelli mori, gli occhi azzurri e aveva il potere di perdonare tutti, quindi veniva chiamato “Carl dal cuore caldo”. Sandra aveva sette anni , anche lei era mora, aveva gli occhi marroni , voleva molto bene a suo fratello e dalla nonna aveva ereditato il potere della forza e la capacità di leggere il pensiero.
Gli amici dei due fratelli erano molto poveri, tanto che quando dovevano giocare a pallone usavano tutti una palla rotta e sgonfia ma si divertivano lo stesso.
Un giorno il Signore dei Ghiacci che viveva nell’Antartide, con il suo schermo, vide Carl che perdonava gli abitanti del suo paese che gli avevano fatto del male e preso dall’invidia volle rapirlo per rubargli il fuoco eterno che lui pensava fosse imprigionato nel cuore di quel bambino. Il Signore dei Ghiacci , un uomo freddo, senza emozioni e scrupoli , credeva che solo un cuore che possedesse il fuoco eterno avrebbe potuto dargli il controllo della terra.
Una notte, in groppa al suo fedele destriero anche lui naturalmente ghiacciato, il Signore dei Ghiacci approfittò di una bufera per rapire nel sonno Carl , portarlo nel suo castello, rubargli il cuore nascondendolo in uno scrigno e trasformare alla fine il bambino in una statua di ghiaccio.
Quando Sandra al mattino si svegliò, scoprì che suo fratello non c’era più e capì subito che si trattava di una cattiveria del Signore dei Ghiacci, perché aveva trovato nel letto di Carl del ghiaccio.
Pensò subito come salvare il fratello e andò da un suo amico “folletto dei boschi” per chiedergli cosa fare. Il folletto le diede un cavallo magico per volare insieme al castello nell’Antartide , lei doveva distruggere i servi di ghiaccio con la sua forza, trovare il Signore dei Ghiacci , guardarlo in faccia e capire qual’era il suo punto debole. Il padrone del castello scoprì Sandra prima che lei riuscisse a guardarlo in viso e la mise in prigione. Il folletto che aveva il potere dell’invisibilità, riuscì a liberare la bambina e raggiunse lo scrigno dove era nascosto il cuore di Carl. Con l’aiuto del cuore Sandra bruciò il Signore dei Ghiacci e riuscì a liberare suo fratello rimettendo tutto a posto.
I bambini rientrarono a casa e tutti gli abitanti del paese festeggiarono il ritorno di Sandra e Carl e la morte del Signore dei Ghiacci.
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